C’è un evento in arrivo e va pubblicizzato in ogni modo affinché diventi un successo. Così ci si attrezza: se per dare informazioni al mondo dei media bisogna ricorrere a un comunicato stampa ben fatto, quando si cerca di attirare il pubblico serve una locandina efficace. Che oggi deve essere non solo cartacea, ma anche (o soprattutto) digitale, mantenendo però alcune caratteristiche ben definite. Anche la locandina, come il sito internet, il comunicato stampa e come ogni altra cosa che proviene da una qualsiasi realtà sportiva o aziendale, rappresenta una sorta di biglietto da visita: migliore è la qualità, migliore è l’impressione che lascerà a chi deve ricevere il messaggio. Contribuendo dunque al successo della manifestazione che ci è costata sforzi, tempo e denaro.
L’impianto grafico
Bene, ma allora come la realizzo, questa benedetta locandina? Per prima cosa, non bisogna commettere l’errore di pensare che conti solo la sostanza. Questo è il tipico caso in cui la forma è importante quanto il contenuto. La locandina è parte essenziale del nostro progetto di comunicazione, e se il pubblico si troverà di fronte a un evento reclamizzato con lo stesso impianto grafico della sagra della porchetta (con tutto il rispetto per le sagre di paese, spesso prese molto sul serio), difficilmente sarà attratto e deciderà di passare del tempo in tribuna. Tanto più se c’è pure da pagare un biglietto di entrata. La prima immagine che la gente si farà dell’evento arriverà proprio da lì, da quel rettangolo messo (il più delle volte) in verticale che annuncia le informazioni utili a coloro che potrebbero essere interessati.
Occhio alle immagini
Evitiamo dunque uno schema troppo pacchiano, o addirittura kitsch. Ed evitiamo di mettere immagini totalmente fuori luogo, per esempio Roger Federer e Rafael Nadal per reclamizzare un torneo di tennis di categoria Open nazionale. Accade spesso, ma è sbagliatissimo, per tanti motivi. I tre principali: non si fa capire immediatamente alla gente di che tipo di evento si tratta; si dà una sensazione di non avere idee, e dunque di provare a buttarsi su qualcosa di popolare, a prescindere dal significato delle immagini; si utilizza quasi sempre una foto protetta da diritti d’autore, il che è una pratica contro la legge, ancorché (purtroppo) molto diffusa. Se proprio si vuole mettere un giocatore, meglio il vincitore dell’edizione precedente, oppure un’immagine bella ma neutra, dove il soggetto non sia riconoscibile. Anche una foto dei campi avrebbe un significato, se non altro aiuterebbe a collocare geograficamente il torneo.
Niente distrazioni
La grafica dovrà essere pulita, essenziale, senza fronzoli. Se non si dispone di un grafico professionista, meglio limitarsi alle cose semplici, che richiedono meno tempo e che spesso risultano più efficaci. L’attenzione deve cadere immediatamente su quello che ci interessa di più, dunque sulle informazioni che vogliamo veicolare. Ogni altro elemento è una distrazione che magari ai nostri occhi può pure essere simpatica, ma a conti fatti non è utile. A chi obietta che per una locandina (soprattutto in contesti dilettantistici o semi-professionistici) ‘va bene tutto’, si potrebbe ribattere che è meglio non averla, piuttosto che averla di pessima qualità. Un discorso che vale pari pari anche per il sito internet. In fondo le informazioni si possono far passare anche in altri modi, per esempio via mail o via social network. Senza l’imbarazzo di mostrare un prodotto scadente.
I colori e i font
Nel progetto grafico, un ruolo fondamentale è dato dai colori. Che non devono essere troppo sfacciati, ma nemmeno tetri o anonimi. Intanto meglio pochi, ma ben accostati, che un circo fatto di abbinamenti da mal di testa. Meglio ancora se quei colori che usi hanno un significato (ti sei mai chiesto – per inciso – perché Facebook utilizza il blu?), che si quello dettato dall’uso comune oppure uno che vuoi dare tu a quel determinato evento. Attenzione, inoltre, alle parole scritte sopra a certi colori: potrebbero essere molto belle viste a computer, illeggibili su carta. E qui entra in gioco un altro fattore fondamentale: la scelta dei font, sia per tipologia, sia per dimensioni. Una scelta che, come per i colori, dovrà essere dettata dalla riconoscibilità e della chiarezza, dunque uno o al massimo due tipologie di carattere, senza fare miscugli che non aiuterebbero a dare un’immagine chiara.
Il contenuto
Infine, ‘last but not least’, il contenuto. La tendenza, anche in questo caso, è di mettere giusto l’indispensabile. E a volte nemmeno quello, ma solo se parliamo di brand già conosciuti che con una sola parola o una sola immagine sanno esattamente come far breccia negli interessi delle masse. Più spesso, invece, se parliamo di eventi minori, la locandina è uno strumento per dare le informazioni utili: il nome dell’evento, il luogo, la data, il biglietto con il relativo prezzo (se c’è), i contatti (mail o telefono, o entrambi) e un eventuale sito web di riferimento. Una volta messe in fila tutte queste cose, bisogna procedere alla stampa, altro momento decisivo nella procedura: una stampa low cost, spesso risulta anche di scarsa qualità. Meglio spendere qualche euro in più, ma essere sicuri che la carta esalti il nostro prodotto. Per chiudere, c’è una sola semplice regola che riassume tutto quello che abbiamo visto sin qui, una regola che vale per la locandina ma per qualsiasi altra modalità di comunicazione della propria attività: non dare nulla per scontato. Solo così, riusciremo ad entrare nella mente e nei gusti del nostro pubblico.